Usi la camomilla per il reflusso? Ecco perché potresti peggiorare la situazione

Tra i rimedi naturali più popolari per contrastare il reflusso gastroesofageo, la camomilla occupa certamente uno dei primi posti, grazie alla sua tradizionale fama di pianta calmante e digestiva. Tuttavia, nonostante la sua notorietà e il suo impiego diffuso, è indispensabile interrogarsi su quanto sia davvero efficace – o addirittura rischiosa – in caso di reflusso. Molte persone assumono tisane di camomilla per alleviare il bruciore e la sensazione di acidità, ma in realtà questo approccio è più complesso di quanto sembri.

Le proprietà della camomilla e il loro impatto sull’apparato digerente

La camomilla, membro della famiglia delle Asteraceae, è una pianta medicinale molto usata in Europa e Asia per i suoi effetti antinfiammatori, lenitivi, antimicrobici e calmanti. Queste proprietà sono dovute principalmente alla presenza di composti come terpeni, cumarine, azuleni (tra cui camazulene e bisabololo) e flavonoidi come l’apigenina. Per questo motivo la camomilla è stata tradizionalmente utilizzata non solo come sedativo naturale, ma anche per trattare disturbi digestivi come spasmi gastrici, gonfiore e infiammazioni della mucosa intestinale camomilla.

Quando si esamina il collegamento specifico tra camomilla e reflusso gastroesofageo, emerge che alcuni dei suoi costituenti – come i flavonoidi – potrebbero contribuire effettivamente a ridurre l’infiammazione e lenire l’irritazione dell’esofago, offrendo sollievo dal bruciore tipico del reflusso. La camomilla inoltre, favorendo il rilassamento psicofisico, aiuta a ridurre lo stress, uno dei fattori che possono accentuare i sintomi del reflusso .

Perché la camomilla può peggiorare il reflusso?

Nonostante il suo profilo naturale e l’apparente sicurezza d’uso, la camomilla non è priva di rischi in chi soffre di acido in risalita dallo stomaco. In alcuni casi, infatti, la camomilla può contribuire a rilassare lo sfintere esofageo inferiore, quella valvola muscolare che impedisce al contenuto gastrico di risalire verso l’esofago. Un eccessivo rilassamento di questa struttura può facilitare il reflusso di acido gastrico, peggiorando bruciore e dolori retrosternali.

Inoltre, le tisane calde, compresa quella di camomilla, possono generare un aumento transitorio della pressione nello stomaco e aumentare la sensazione di acidità in alcuni soggetti. Le bevande calde, in generale, stimolano la secrezione di acido gastrico: quando sono assunte a stomaco vuoto o in quantità eccessiva, rischiano di accentuare i sintomi di reflusso, come la pirosi e la sensazione di rigurgito.

Rischio di allergie e irritazioni

È importante tenere presente che la camomilla può scatenare reazioni allergiche nei soggetti sensibili alle piante della stessa famiglia (Asteraceae), provocando irritazioni oppure peggiorando infiammazioni preesistenti della mucosa esofagea o gastrica. Alcune persone con gastrite cronica o erosioni possono avvertire un peggioramento dei sintomi dopo aver bevuto tisane alla camomilla.

Cosa dice la ricerca scientifica sulla camomilla e il reflusso

Nonostante la diffusa convinzione popolare riguardo l’efficacia della camomilla nel trattare il reflusso gastroesofageo, non esistono prove scientifiche solide che confermino la reale utilità di questa pianta per ridurre la frequenza o l’intensità degli episodi di reflusso . Gli studi ne attestano il potere antinfiammatorio, ma i dati clinici nell’ambito specifico del reflusso sono attualmente insufficienti. Spesso il sollievo percepito è legato più all’effetto calmante sull’ansia e sullo stress che non a una azione meccanica vera e propria sull’acidità o sulla motilità dello sfintere esofageo.

Secondo alcune fonti, la camomilla potrebbe inibire enzimi coinvolti nelle infiammazioni, ma non è un gastroprotettore né ha un effetto neutralizzante diretto sugli acidi gastrici . In sostanza, il suo impiego isolato contro il reflusso non può sostituire i trattamenti validati dall’evidenza medica, soprattutto nei casi moderati e gravi.

Indicazioni utili e precauzioni nell’uso della camomilla

Chi soffre di reflusso gastroesofageo dovrebbe osservare alcune precauzioni se desidera comunque assumere tisane alla camomilla:

  • Evita di bere camomilla molto calda: temperature elevate possono peggiorare l’infiammazione della mucosa.
  • Assumi piccole quantità, preferibilmente dopo i pasti e mai a stomaco completamente vuoto.
  • Valuta la presenza di allergie o intolleranze personali prima di introdurre la camomilla nella tua routine.
  • Presta attenzione a eventuali peggioramenti: se noti un aumento dei sintomi, interrompi l’assunzione e rivolgiti a uno specialista.
  • Non utilizzare la camomilla come sostituto di una terapia farmacologica quando prescritta nei casi più seri.

È inoltre fondamentale rivedere la propria alimentazione complessiva; cibi grassi, fritti, spezie piccanti, caffeina e cioccolato, tutti noti per aumentare la produzione di acido nello stomaco, andrebbero ridotti o evitati . Anche la gestione dello stress svolge un ruolo chiave, dato che i fattori emotivi e psicologici possono aggravare i disturbi digestivi reflusso gastroesofageo.

Altri rimedi naturali e considerazioni finali

Altri rimedi naturali consigliati per il reflusso includono malva, melissa, liquirizia deglilcirrizzata e aloe vera, che vantano spiccate proprietà antinfiammatorie, lenitive e protettive della mucosa gastrica ed esofagea. Tuttavia, anche nei confronti di questi presidi la letteratura scientifica invita alla cautela e a un uso responsabile: molti integratori possono interagire con farmaci o non essere indicati in specifiche condizioni cliniche.

In definitiva, il ricorso alla camomilla, pur sostenuto dalla tradizione popolare e dal suo profilo fitoterapico, potrebbe in realtà peggiorare i sintomi del reflusso in una quota non trascurabile di pazienti, specie se viene assunta in modo scorretto o in presenza di specifiche sensibilità individuali. Il confronto con uno specialista in gastroenterologia è il primo passo per individuare la strategia più adatta alle proprie esigenze, evitando il rischio di peggiorare i sintomi o ritardare cure più efficaci e mirate.

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