Bonus Donne 2025: ecco i requisiti ufficiali per richiederlo e le categorie escluse

Il Bonus Donne 2025 rappresenta una delle principali misure adottate dal governo italiano per favorire l’occupazione femminile e contrastare la discriminazione di genere nel mondo del lavoro. L’iniziativa, valida per tutto il 2025, consiste in un esonero contributivo totale fino ad un massimo di 650 euro mensili per ogni donna assunta a tempo indeterminato, al fine di incentivare le aziende ad allargare il proprio organico includendo un maggior numero di lavoratrici. Ma quali sono i requisiti e le categorie realmente ammesse, e chi invece risulta escluso da questa agevolazione?

Chi può accedere all’incentivo: requisiti per lavoratrici e aziende

Il Bonus Donne 2025 si rivolge a datori di lavoro privati – inclusi quelli del settore agricolo – che effettuano nuove assunzioni a tempo indeterminato. Le condizioni richieste per poter accedere all’incentivo sono molto specifiche e riguardano sia la posizione lavorativa delle donne che le caratteristiche delle aziende. Gli elementi fondamentali sono:

  • Donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi: rientrano in questa categoria tutte le lavoratrici senza un impiego stabile negli ultimi due anni, a prescindere dalla loro residenza.
  • Donne residenti in Regioni ZES (Zone Economiche Speciali): per chi risiede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna o Sicilia, il periodo di inattività richiesto si riduce a 6 mesi.
  • Assunzione in settori con forte disparità di genere: le aziende possono beneficiare del bonus anche per l’assunzione di donne che già lavorano, purché vengano impiegate in settori o professioni con prevalenza maschile. Questi settori sono definiti ogni anno dal Ministero del Lavoro e dal Ministero dell’Economia sulla base dei dati ISTAT. In tale caso la durata dell’esonero è di 12 mesi, invece dei 24 standard.

Per tutte le casistiche, la domanda deve essere effettuata tramite il portale INPS a partire dal 16 maggio 2025, autenticandosi con SPID, CIE o CNS.

Modalità di erogazione del beneficio e limiti

L’incentivo si concretizza in un esonero totale (100%) dei contributi INPS a carico del datore di lavoro, con un limite massimo di 650 euro mensili per ogni donna assunta. La durata dello sgravio varia a seconda della categoria:

  • 24 mesi per donne disoccupate da almeno 24 mesi.
  • 24 mesi per donne residenti e disoccupate da almeno 6 mesi nelle Regioni ZES.
  • 12 mesi per donne occupate in settori/professioni a forte disparità di genere.

Lo scopo della misura è favorire non solo l’occupazione femminile, ma anche un incremento netto dell’organico aziendale. Per questo motivo, il bonus viene riconosciuto solo se l’assunzione comporta un aumento dell’organico in termini di Unità di Lavoro Annue (ULA) rispetto alla media dei dodici mesi precedenti.

Categorie escluse dal Bonus Donne 2025

L’agevolazione, pur molto ampia, non si applica a tutti i tipi di rapporto di lavoro e sono state stabilite alcune esclusioni precise per evitare abusi o anomalie. Ecco le categorie escluse dal beneficio:

  • Lavoro domestico: le assunzioni di colf, badanti e altre figure per il lavoro domestico sono escluse dal bonus in ogni caso.
  • Contratti di apprendistato: questa tipologia contrattuale è sempre esclusa dall’applicazione del beneficio.
  • Lavoro intermittente o a chiamata: anche se a tempo indeterminato, tali forme contrattuali non possono accedere all’incentivo.
  • Collaborazioni occasionali: rapporti di lavoro di natura temporanea o occasionale non sono ammessi.
  • Assunzioni tramite lavoro occasionale, voucher e forme di lavoro non continuativo.
  • Pubblica Amministrazione: il bonus si applica solo nel settore privato. Tutte le assunzioni effettuate da enti pubblici risultano escluse.
  • Aziende che non abbiano rimborsato aiuti di Stato non dovuti o che abbiano effettuato recenti licenziamenti nella stessa unità produttiva.

Un aspetto tecnico da sottolineare è il vincolo di non cumulabilità dell’agevolazione con altri bonus per la stessa assunzione, ad esempio il bonus giovani under 35; se si verificano situazioni di sovrapposizione sarà necessario ripristinare eventuali incentivi già ricevuti prima di accedere al bonus donne. Tuttavia, il bonus resta compatibile con l’assunzione part-time e nei casi di lavoro in cooperativa, salvo che non si tratti delle tipologie già escluse.

Impatto sulle politiche del lavoro e approfondimenti

Questa misura rappresenta un importante solco nel percorso di sostegno all’occupazione femminile, un obiettivo di rilievo strategico per l’Italia. Il tasso di occupazione femminile, storicamente inferiore alla media europea e recente oggetto di attenzione anche a livello di PNRR, trova nel Bonus Donne un incentivo concreto per abbattere uno dei principali ostacoli: la discontinuità lavorativa femminile. Il sostegno alle assunzioni di persone svantaggiate si lega strettamente all’esigenza di colmare il gender gap tuttora esistente nel mercato del lavoro italiano.

L’importanza della differenziazione dei requisiti, con parametri specifici per alcune aree geografiche del Paese – le Regioni ZES, che storicamente soffrono di tassi di disoccupazione più elevati – dimostra l’intenzione del legislatore di introdurre politiche attive mirate e selettive. Allo stesso modo, la previsione di bonus per le donne impiegate in settori con squilibrio di genere mira ad abbattere le barriere culturali che ancora oggi impediscono una reale parità nell’accesso a professioni considerate “tradizionalmente” maschili.

Fondamentale, per le aziende, la corretta gestione sia della documentazione che della procedura richiesta dall’INPS. È necessario monitorare costantemente – mediante il flusso Uniemens – la situazione delle proprie risorse umane per dimostrare effettivamente un incremento netto dell’occupazione e poter usufruire delle agevolazioni previste. La mancata osservanza di questi adempimenti può comportare la revoca dei benefici e la richiesta di restituzione delle somme già percepite.

Il Bonus Donne 2025, anche alla luce della sempre maggiore attenzione ai temi della parità di genere, costituisce una leva potenzialmente decisiva per favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro, ma ne potranno beneficiare soltanto le imprese e le lavoratrici in possesso dei requisiti ufficiali e che operano nei limiti normativi previsti, con una scrupolosa osservanza delle regole e delle procedure stabilite dagli enti competenti.

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